diritto all’oblio

ieri sera finisco su Vespa che assieme alla cricca di esperti discetta sulla povera Tiziana: il perché del gesto, la consapevolezza, il cosa ha filmato e quando (soprattutto cosa), la sua fragilità, chi fa “certe cose” e chi no. si liberavano lì davanti a tutti noi di certi pruriti che evidentemente la vicenda ha scatenato in loro, come in chiunque abbia clikkato su quei video.
ma certa roba è solo voyeurismo, caro Vespa, e tu dovresti saperlo che il tuo posto è all’inferno.
nessun diritto all’oblio per Tiziana: fai troppi ascolti, non potevi sapere che suicidandoti avresti avuto gli occhi di tutti su di te.

perché succede così anche quando ci si schianta sul raccordo, e gli spettatori restano in fila ad ammirare la nostra brutta sorte, contare le macchie di sangue sull’asfalto e godere, sentendosi fortunati a stare di la del fiume e in salvo, al caldo, così che tutto appaia meno terrificante, perfino le scadenze delle rate del mutuo di una casa che non potevano permettersi, e la moglie nevrotica, che non fa che portarsi le mani alla bocca spalancando gli occhi, atterrita davanti all’esistenza.
ma va bene, piuttosto che finire in quel modo, che sia sfracellati contro un TIR o appesi a una corda, colpevoli di aver fatto ciò che fanno tutti.

passarsi foto, video. avere storie a tre. partecipare a festini. masturbarsi davanti a sconosciuti. infilarsi quattro dita in bocca mimando un rapporto orale a una telecamera muta.
sono anni che raccolgo confessioni e racconti intimi, foto e video. anni che leggo storie di omicidi e ricatti, eppure si finge ancora che la storia di Tiziana Cantone sia un’eccezione.

ma ci sarebbe un modo per liberare Tiziana dal pubblico ludibrio, dall’ipocrita compassione, e dalle repliche post mortem per le quali lei non ha mai firmato contratti e non guadagnerà neppure il denaro per le spese legali, perché la vita sia ingiusta fino in fondo.
facciamole compagnia!, dimostriamo a Vespa e alle criminologhe bionde sadomaso, che siamo tutti Tiziana, giriamo filmini hard e mettiamoli in rete, gioiosi come nella realtà del nostro privato, quando ci riprendiamo nel bagno dell’azienda per inviare sconcezze al nostro capo, o al collega; uomini e donne in un’orgia globale, amici, amanti, vicini di casa.

invadiamo la rete di sesso sfrenato, tutto quello che abbiamo fatto di nascosto o che avremmo voluto fare.
poi, però, chiediamo a Google tutto il guadagno che ci spetta.

2 pensieri su “diritto all’oblio

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