e più son giovani peggio è

quindi niente. è guerra persa. tempo sprecato.
per alcuni ex sessantottini maschi io sarei una pazza isterica che scrive cose inutili e noiose, perché di femminismi non ce n’è più bisogno.
per molte donne, invece, siamo irrecuperabili e basta.
per altre i maschi sono indubbiamente meglio di noi, poi scopri che hanno vent’anni e vivono con papà e mamma.
per la maggior parte non vale nemmeno la pena parlarne, e mia madre era una cretina quando negli anni settanta rischiava la propria incolumità andando in giro per le campagne pugliesi a diffondere l’uso della pillola contraccettiva.
nonostante mio padre le dicesse di lasciar perdere.
nonostante le porte sbattute in faccia.
nonostante i fucili a sale puntati in faccia da mariti violenti.

ma avete ragione voialtre.
la violenza sulle donne basta utilizzarla una volta l’anno per ottenere qualche retweet. con l’hashtag più giusto. e i ricatti sessuali vengono perpetrati anche a danno del maschio.
meglio mettersi le armi in spalla e passare il resto dell’esistenza a guardare nel mirino: casomai qualche troia volesse rubarmi il marito.
e più son giovani e ignoranti, e si son formate al Cocoricò facendo scuola sui giornali di gossip, più la loro idea di donna nemica è radicata.
son cresciute badando agli amori di Belen mica leggendo Romain Gary!, anche se poi, quando lo cito, annuiscono come caprette.

non so quali libri abbiano letto quelle che si mettono a prendere le difese della categoria avversa e a dare addosso alle altre, ma l’immagine che mi viene restituita dalle vetrine delle librerie è quella di una donna in confronto alla quale Emma Bovary era un esempio di autonomia e indipendenza.

ti voglio
ti cerco
non lasciarmi
frustami
legami
e precipito in un incubo che nemmeno il più brutto romanzo della Invernizio.

12 pensieri su “e più son giovani peggio è

  1. hai affrontato una questione che non ho mai osato porre (per consapevole vigliaccheria) riguardante appunto questa nuova ondata di aspiranti slave in contrapposizione agli editti televisivi in cui si rimarca i passi lenti in avanti che stiamo facendo per la parificazione dei sessi e l’abbandono della violenza domestica intesa come costume tradizionale irrinunciabile.
    Personalmente non trovo credibile ne il desiderio attuale di sottomissione, ne l’amplificata campagna anti-femminicidio spesso rimbombante da canali mediatici che sul sessismo stanno costruendo la loro fortuna.
    Da poco ho guardato l’Eredità sulla Rai, non ero solo e ho fatto notare come secondo me il ruolo delle professorine fosse ipocrita e decisamente sessista.. sono messe li perchè hanno un bel corpo e credo che spacciarle per intelligenti sia molto grave, e non perchè non lo siano, questo non sta a me dirlo, ma perchè sono palesemente poste in quella posizione perchè ancora non concepiamo la televisione senza cosce – tette. E sicuramente non sarà mettere loro in bocca qualche anedotto copia.incollato da wikipedia a cancellare il messaggio di fondo sessista che il nostro paese ancora rimarca.
    Forse per questo un certo tipo di letteratura ha il suo nutrito seguito..

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    • io devo affrontare questo argomento. quando avevo 13 anni mi sembravano inutili i cortei dell’8 Marzo, oggi penso sia necessaria una rieducazione di base. abbiamo avuto 20 anni di berlusconismo e meteorine e letterine. ma è sul campo che bisogna combattere sui social, tra gli amici. Tra l’altro, la Slave è una donna forte e consapevole. Forse le ignoranti confondono sottomissione con masochismo.

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      • Non discuto la Slave infatti, anzi, se il modello é quello descritto da Dominique Aury ben venga, perchè é una figura non solo consapevole ma anche fortemente distante dal sessismo contemporaneo (dato che conduce un’esistenza che comunque la soddisfa a chilometri dal paradigma del matrimonio cattolico). Questo non significa che le donne debbano sottomettersi, ma che, secondo me, possano fare quello che meglio desiderano delle loro esistenze.
        Come dici tu “usciamo” (per me ci siamo ancora) dal berlusconismo ed é inutile parlare di emancipazione se poi si alternano i commenti perbenisti a quelli di cattivo gusto. Manca una visione naturale della donna, lontana dalla retorica. I social purtroppo funzionano con il generalismo, anche se, nel mio piccolo, ogni tanto provo a scrivere qualcosa di antipatico sperando che almeno qualcuno legga.

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      • figura della Slave anche descritta da me in Justine 2.0. O in alcuni racconti di Pioggia Dorata. il problema è pensare che siamo noi a scrivere qualcosa di “antipatico”, ecco, iniziamo col ribaltare questo concetto, e facciamo che son loro, quelle che si mostrano in tutta la propria debolezza che scrivono cose antipatiche. magari così acquistiamo forza.

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      • io ho il defollow facile infatti.. quando vede generalismo provo un astio abbastanza profondo, e non per presunzioni, anzi, forse per cieco ottimismo. Ritengo le persone che mi circondano non come un nugolo di ignoranti, bensì come entità intelligenti, quindi non capisco perchè scelgano la non-scelta..

        (sono prolisso ogni volta, ti chiedo scusa ;))

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  2. La verità è che molte persone andrebbero intellettualmente (e non solo) frustate e tirate fuori da questa palude in cui un intero pianeta(magari fosse solo un problema italiano!) è posto in una condizione di slave ma il cui ruolo è inconsapevole e son altri a dettare le regole. Il resto è un non pensiero unico che ci ha offuscato la mente dove di volta in volta ci dicono cosa è chi odiare. Chi si discosta dal gregge è naturalmente visto come nemico.Mi chiedo come potrà finire questa epoca e non vedo alcuna soluzione.

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  3. La mia idea è che la nostra società ha faticosamente tentato di risollevarsi dalle barbarie e ogni singola conquista, ottenuta con le unghie, i denti e la passione di chi ci ha creduto (andiamo dai diritti delle donne a quelli dei lavoratori e via discorrendo, in un ventaglio di lotte che hanno costellato un periodo di tempo stimato tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’80 del secolo scorso) è stata smantellata nell’arco di un ventennio. Come se tutto ciò si fosse retto su gambe talmente fragili che gli attacchi di tre televisioni private e generazioni di governanti puttanieri avevano poi rapidamente stroncato. La verità è che sotto sotto, scorreva (e scorre ancora adesso) una corrente carsica ansiosa di scrollarsi tutto di dosso e ritornare a una edizione 2.0 di Ancient Regime.

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