se mi sospenderò dai social per alcuni mesi, come faccio almeno una volta l’anno, non sarà a causa vostra o della dipendenza da like, o per la frustrazione di veder osannati scrittori maschi e mediocri, ma per la sofferenza che mi causa non poter salvare il pianeta.
chiamiamola Sindrome del Salvatore, o dell’Altruista, cui però si aggiunge la Sindrome di Wendy, che vuole salvare ogni uomo nevrotico nei dintorni, e quella ambientalista, o di Greta, che mi fa sentire responsabile anche per l’imbecille che riempie il carrello di plastiche.
come scrisse Romain Gary (ormai dovreste esservi documentati e sapere di chi si tratta, giacché lo cito ogni 2 post), viviamo una situazione di costante emergenza che ci tiene impegnati su fronti distanti da noi stessi, le nostre reali paure e i nostri veri sogni. così, le istanze più personali e vere sono sostituite da tutto quello cui non possiamo porre rimedio: la piccola Era glaciale, i cani abbandonati, quelli che non possono assistere al funerale del padrone, quelli ammazzati per gioco, Trump, balene squartate,anziani picchiati, tartarughe soffocate con sadismo, autisti ATAC che uccidono deliberatamente e con calma da killer, padri acquisiti che picchiano a morte bambini, gattini sadicamente torturati, la soppressione dalla libertà di Stampa.
ogni volta che scorro la Time Line di FB sto male. poi cammino per strada e mi dimentico la ragione per cui sono uscita. forse anche quella per cui vivo. devo rientrare in me. smetterla di pensare a voi.
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