è il titolo del nuovo album (assi interessante) di Emma Marrone, che parla di autostima, del volersi bene anche se non siamo come i social ci vogliono, e come ci vorrebbe il pubblico e il fidanzato e il padre e che palle siete tutti quanti.
ma ammettendo pure che un giorno si riuscirà a venir fuori dalla dipendenza dalle app di ringiovanimento e dalle punturine vitaminizzanti, mi domando come mai nel 2019, a pochi passi dall’ecatombe dell’umanità (o della sua dissipazione, come vorrebbe, e giustamente, Guido Morselli), a pochi mesi dell’epifania climatica, mi domando come mai ci sia ancora qualche imbecille che ci misura il giro vita e donne che lo prendono sul serio.
una Ministra scelta per competenze e serietà è raggiunta dagli insulti sessisti di Daniele Capezzone, personaggio comparsa della politica italiana, chiamiamolo piuttosto un disturbo, cresciuto in seno ai radicali e passato a stipendio dal Cavaliere come spin doctor. e questo dovrebbe scalfirla? abbatterla?
be’, forse sì, se continuiamo a dare importanza a certe merde galattiche. perché talvolta penso che la pezza dei social sia peggio del buco, che la classe sta nel sorvolare, che in definitiva dell’età della moglie di Macron non mi sarei neppure accorta non me avessero fatto notare i social, i giornali, Feltri.
ecco. purtroppo per certe nullità uno shitstom è manna dal cielo.
in attesa di gennaio e del mio nuovo romanzo sulla manipolazione relazionale, trovate qui Conversazioni sentimentali in Metropolitana (Castelvecchi) e qui Pioggia Dorata