sexting

un nuovo lettore mi domanda se abbia mai scritto di sexting, ossia l’invio di testi e immagini hot. ricordo il 2009, i primi anni su FB e Twitter, la novità assoluta di poter creare un profilo, di trovarsi, ritrovarsi e comunicare. fu grazie a FB che scrissi e pubblicai per una piccola casa editrice milanese Justine 2.0, romanzo per il quale mi fu anche riconosciuto un buon anticipo (ah, che tempi).

avevo appena divorziato, dentro di me non c’era un pieno di macerie nel vuoto che il suo “io” aveva lasciato. così, fotografarmi fu l’unico modo per ritrovarmi. passavo ore nel piccolo appartamento di via Merulana, l’unica casa abbia mai abitato da sola, a cercarmi negli specchi per ricostruirmi. mi ero dimenticata, avevo abbandonato tutto per lui, anche gli amici, gli amanti.

perciò era importante mostrarmi, essere e divenire qualcosa nelle opinioni altrui. quando pubblicai Justine 2.0, però, dovetti di nuovo negarmi, sostenendo in pubblico che quella non fossi io ma un personaggio altro. ma non importava. su carta avevo raccontato e ricordato, e mi bastò. misi via la macchina fotografica, peraltro rubata all’amante del mio ex come atto simbolico.

uomini e donne iniziarono a scrivermi. la mia seduzione passava attraverso le parole, la loro si manifestava attraverso immagini esplicite. ma come Lila, la bella polacca de “Gli aquiloni” di Romain Gary (Neri Pozza) anche io odio tutto quello che è definitivo. dal taglio dei capelli allo stile narrativo. e sarò sbagliata, ma il sexting mi venne a noia quasi subito. non puoi giudicare un uomo dal cazzo. forse, da un bacio.

qui il mio sito: biografia, racconti, interviste e storie

dal 10 febbraio in libreria il mio quarto romanzo Io e il Minotauro (GiaZira Scritture)

io selfie mai

 

nel 2007, quando la mia vita fu cancellata da corna, botte, crollo dell’azienda e perdita di ogni  bene, sentii la necessità di ritrovare me stessa attraverso gli specchi, di ricostruirmi. il mio ex marito aveva annullato i miei reali interessi e la mia indole affibbiandomene una di suo gradimento. quando finalmente il Minotauro se ne andò, il mio inconscio risuonava come un palazzo disabitato. io non ero più.

abitavo in via Merulana, con il poco che le banche mi avevano lasciato, quando risposi a un annuncio di lavoro per la Castelvecchi. in Redazione feci il colloquio proprio con Alberto, il quale mi disse che mai e poi mai avrei dovuto fare la segretaria, piuttosto, con la vita che avevo, avrei dovuto scrivere un romanzo e intitolarlo Justine 2.0. poi giunse l’incontro con Roberto Cotroneo. quindi, quello più temuto con me stessa.

è stato un lavoro faticoso. ogni giorno prima di aprire il file di Justine 2.0 mi cercavo nello specchio per capire chi fossi diventata. poi postavo le foto su FB per ottenere gratificazioni, parlare con uomini e donne che mi raccontavano cosa vedessero di me. avevo dimenticato l’esistenza di un io e di un tu.

l’azione, il selfie, aveva un senso che andava oltre il mio risaputo narcisismo. l’azione è servita ed è bastata. adesso che sono solida, che per cercarmi non devo più guardarmi nello specchio, non ho più bisogno né di selfie né di carezze virtuali. e poi, son passati 10 anni.

qui Pioggia Dorata

qui Conversazioni Sentimentali in Metropolitana

Justine 2.0 può essere richiesto scrivendo alla redazione GiaZira Scritture

sovrastrutture nonnesche

avrò avuto dodici anni. ero a  Matera con amici e parenti per un debutto teatrale. Paolo (pace all’anima sua), armatore quarantenne e amico un po’ amante di una mia zia, non faceva che tenermi sulle ginocchia e spupazzarmi. mentre il sole si esibiva sui Sassi in un tramonto da lacrime, Paolo mi disse che avrei potuto interpretare la vergine Cécile di de Laclos tanto ero bella. io non sapevo chi fosse de Laclos ma arrossii comunque: ricorda che il  fascino è un dono, è un’arma mille volte più potente della bellezza, usalo con parsimonia, nascondilo agli invidiosi, negalo agli egoisti, regalalo a chi lo può apprezzare, vendilo a chi lo può pagare. così ho sempre fatto, e a parte la parentesi di un matrimonio di convenienza, da parte sua, la ricca ero io, ho avuto soltanto esperienza positive, amanti degni di questo nome.

quindi vi domando: perché crearvi giustificazioni? e per giustificazioni intendo le didascalie nelle quali chiedete venia per aver azzardato tanto. ora, vi selfate mezze nude e vi esponete al giudizio di milioni di sconosciuti perché vi piacete e volete piacere. non dovete giustificarvi. mostrarsi è un atto di generosità. se leggeste ogni tanto qualche biografia di seduttrici, imparereste che non c’è nulla di più ridicolo di chi si toglie gli abiti giustificandosi. un po’ come chi scrive storie erotiche e si trova in imbarazzo a usare i termini propri dell’eros. ce la potete fare. nel frattempo, se volete fare le disinibite, toglietevi di dosso le sovrastrutture cattoliche e nonnesche e siate coerenti. oppure non fotografatevi senza veli.

qui Pioggia Dorata

qui il mio ultimo romanzo Castelvecchi

 

anche la coerenza funziona da filler

Elenuccia bella, dice mamma, per ora puoi stare tranquilla, il primo appesantimento laterale e submentale (nel senso di sottomento e non di facoltà intellettive) arriverà dopo i 50 ma anche oltre, per ora non ti preoccupare proprio, te la ricordi nonna, no?

be’, sì, nonna Elena era uno splendore, non dichiarava l’età, aveva gli zigomi alti come Jennifer Jones, mai fumato e mai bevuto in vita sua. mai lavorato.

comunque, ecco, di là dei rimedi per ottenere l’eterna giovinezza, che sono tanti e non costosi né invasivi, ma necessitano di tanta buona volontà: alimentazione, movimento quotidiano, sesso, sonno, soldi e ginnastica facciale, vorrei far notare alle selfiste professioniste che ci tengono a raccontarci, e soprattutto mostrarci senza ombra di fotoritocco, quanto a 40 anni si sia fichissime, che a 40 è niente, a 40 siete bimbe relativamente ai tempi di oggi.

aspettate il prolasso uterino post 50 prima di darci lezioni di ficaggine.

che poi, manco a dirlo, queste son le stesse che bacchettano le colleghe sorprese a misurare il giro vita di star e parlamentari, tirando fuori i canini e tutto il loro odio per il genere cui appartengono. so che anche la coerenza fa da filler.

qui Pioggia Dorata, da legger con entrambe le mani (GiaZira Scritture)

qui Conversazioni Sentimentali in Metropolitana (Castelvecchi Editore)

la bimba su Instagram

orecchini vistosi, smalto rosso fuoco a mani e piedi, due pezzi sgambato e incedere da modella arrogante.

ma non sono le sue mille pose da sirena a impensierirmi, anche io a 5 anni mi piantavo ore davanti allo specchio, è la preoccupazione nel suo sguardo da bambina a rendere chiaro il mio futuro incerto, l’ansia per uno scatto perfetto da postare su Instagram.

qui Pioggia Dorata

qui Conversazioni sentimentali in metropolitana