siamo quelli che mostrano culi e tette in bacheca perché iBBeri di farlo, ma che a parlare di #pissing ci viene da ridere; che urliamo e strepitiamo e organizziamo sommosse popolari per la difesa dei Diritti umani, e perché nostra moglie possa indossare con serenità il perizoma e avere figli a settant’anni, e ci scandalizziamo per il burqa e gridiamo contro il negro che ci ruBBa il lavoro. penso che, prima di indignarsi, molti facciano un giro in TL per capire come butta il vento. perché alcuni non sanno proprio di cosa si parla, forse non sanno neppure dove si trova con esattezza la Francia.
il bello è che: “hanno ingigantito così tanto la faccenda che al nostro giornale è arrivata la notizia soltanto venerdì” dichiara in una intervista telefonica una giornalista della testata satirica Charlie Hebdo, la stessa che l’italiano aveva difeso dopo l’attacco terroristico, la stessa in difesa della quale era sceso in Piazza e aveva urlato “libertà, libertà” e che da giorni, lo stesso cittadino medio (compreso il nostro capo del Senato), ha lapidato e condannato.
io all’epoca non mi schierai, non misi foto né mi diedi pugni in petto. ragiono a lungo prima di decidere se schierarmi e con chi, perché la maggior parte delle volte credo che la verità sia nel mezzo. e odio con tutta me stessa le manifestazioni carnali di chi commenta senza sapere, e posta senza leggere e legge senza capire.
non mi va di entrare nel merito della vicenda perché essa non ha merito, se non quello di averci fatto passare, come sempre, almeno agli occhi dei nostri cugini francesi mangiabaguette e antipatici, per quelli che si ritrovano sotto Palazzo Venezia entusiasti per osannare e poi a Piazzale Loreto per impiccare. perché questo è il rischio quando non si riesce a pensare con la propria testa perché obnubilati dal sentimento patriottico o religioso che sia fa lo stesso, il rischio è di non capire il senso, e soprattutto il LIMITE, perché a ragionare di pancia si rischia di finire nella merda.
perdonate se sono così dura. d’altra parte mi è parso di capire che le provocazioni, per molti di voi, restano lettera muta.