libertà a intermittenza

siamo quelli che mostrano culi e tette in bacheca perché iBBeri di farlo, ma che a parlare di #pissing ci viene da ridere; che urliamo e strepitiamo e organizziamo sommosse popolari per la difesa dei Diritti umani, e perché nostra moglie possa indossare con serenità il perizoma e avere figli a settant’anni, e ci scandalizziamo per il burqa e gridiamo contro il negro che ci ruBBa il lavoro. penso che, prima di indignarsi, molti facciano un giro in TL per capire come butta il vento. perché alcuni non sanno proprio di cosa si parla, forse non sanno neppure dove si trova con esattezza la Francia.

il bello è che: “hanno ingigantito così tanto la faccenda che al nostro giornale è arrivata la notizia soltanto venerdì” dichiara in una intervista telefonica una giornalista della testata satirica Charlie Hebdo, la stessa che l’italiano aveva difeso dopo l’attacco terroristico, la stessa in difesa della quale era sceso in Piazza e aveva urlato “libertà, libertà” e che da giorni, lo stesso cittadino medio (compreso il nostro capo del Senato), ha lapidato e condannato.

io all’epoca non mi schierai, non misi foto né mi diedi pugni in petto. ragiono a lungo prima di decidere se schierarmi e con chi, perché la maggior parte delle volte credo che la verità sia nel mezzo. e odio con tutta me stessa le manifestazioni carnali di chi commenta senza sapere, e posta senza leggere e legge senza capire.

non mi va di entrare nel merito della vicenda perché essa non ha merito, se non quello di averci fatto passare, come sempre, almeno agli occhi dei nostri cugini francesi mangiabaguette e antipatici, per quelli che si ritrovano sotto Palazzo Venezia entusiasti per osannare e poi a Piazzale Loreto per impiccare. perché questo è il rischio quando non si riesce a pensare con la propria testa perché obnubilati dal sentimento patriottico o religioso che sia fa lo stesso, il rischio è di non capire il senso, e soprattutto il LIMITE, perché a ragionare di pancia si rischia di finire nella merda.

perdonate se sono così dura. d’altra parte mi è parso di capire che le provocazioni, per molti di voi, restano lettera muta.

 

 

Gli ostaggi di Parigi siamo noi

scusate se arrivo tardi ma chi mi conosce sa che qui la televisione è sempre spenta.
ci sono i giornali.
on e off line.
almeno per i pochi non analfabeti rimasti.

sono stata tele dipendente durante gli anni ottanta, avevo il culo grosso, la faccia gonfia e mangiavo schifezze tutto il giorno nutrendomi di telenovelas.
è stato dopo un periodo di disintossicazione da un professore Rosacrociano, nella sua masseria sulla Murgia, che ogni volta che vedo la tivù sento puzza di merda di vacca.
siete pazzi.
tutti.
voi che la tenete accesa tutto il giorno avete veramente le rotelle fuori posto.

di cosa parlo?
del fatto che a guardare di continuo un cadavere non si vede più la morte.
che la nostra informazione è monotona, è vecchia, ricattata dal sistema politico.
SkyTg24 è in grado di mantenere un servizio per novanta minuti facendo scorrere sempre le stesse immagini e dicendo le stesse cose, solo cambiando ordine alle parole. e basta. sempre le stesse: GIP, GUP, attentatore, ministro.
E io dico: bravi, complimenti, fantastici.
ma basta.
l’informazione dovrebbe aggiungere, approfondire.
e invece no.
i servizi di questi giorni mi fanno lo stesso effetto della scrittura di E.L. James, all’inizio dell’intervista so già come andrà a finire.
tutta la solidarietà ai cugini “mangiabaguette” ma anche noi siamo ostaggio di Parigi, dei terroristi e dei media.