storie vere cercansi

intanto ben ritrovato, caro BLOG.

ho fatto le ore piccole leggendo, per studio, racconti sulle cosiddette cugar, donne over 50 al contrario di me vogliose di corpi giovani e di storie da vivere in tutta allegria.

chi scrive di sesso lo fa per lo più in due modi. uno è quello d’inventare storie incredibili (ossia da non credersi e con molti pronomi personali sbagliati) nelle quali c’è una lei bella, per lo più danarosa e che si autodefinisce spregiudicata e amante del sesso, in grado di cercare e vivere avventure appaganti che la vedono dominante e sicura di sé, l’altra è quella sguaiata dei frequentatori dei siti di annunci HARD CORE che hanno letto de Sade in fretta e furia forse durante l’adolescenza, e sebbene ci sia da divertirsi molto di più rispetto alle storielle zuccherose da conigliette di Play boy (ambienti più proletari e zie settantenni assatanate con mutande ascellari) si tratta di storie inutili, nel senso che non vedo perché io (lettore) debba sforzarmi a leggere storie zozze quando ci sono i porno. poi ci sono io, che so di ragazzi che se la danno a gambe di fronte a un pube folto e di donne anche molto belle che da anni non riescono o non vogliono più a fare sesso. è molto tempo che m’impegno a raccontare le storie erotiche di chi si sente frustrato da una società che lo vuole iperattivo anche a letto, vincente e trionfante (vale per uomo e donna) perfino quando non ne avrebbe più voglia. il pippone è perché sto raccogliendo materiale autentico su sesso e donne mature. qualche spunto soltanto perché sono già alla quinta storia. sono una illuminista moralista, come scrisse un critico su Justine 2.0, chi fa il maiale è bannato.

in amor vincono tutti

siamo così belligeranti che ci armiamo anche in amore. ieri cercavo qualche banalità astrologica da far dire a un personaggio: come ama l’uomo del Leone. Achille, l’ex camerata di Proibito ’50, raccolta di racconti sulle parafilie nel dopoguerra, lui, forse, è più segno d’acqua che di fuoco, ma va bene lo stesso; posso anche non definire troppo certi aspetti che servono soltanto a me, che il lettore ignorerà.

insomma, la prima astrologa sosteneva che il maschio in questione abbia grossi problemi a fare il primo passo perché orgoglioso assai, la seconda, specializzata in consigli da Donna Clara, scriveva che il Leone se vuole prende, e che se non prende allora non vuole e quindi bisogna ingolosirlo. da lì la lunga menata del “in amor vince chi fugge”, che il maschio vuole la preda e che la femmina deve farsi gazzella: non rispondere, assentarsi, mostrarsi disinteressata, insomma, fingere.

intendiamoci, adoro fare la parte della femmina al 99% come direbbero alcune su twitter, mi piace stare sotto e farmi chiamare troia (lo so che son cose che si fanno e non si dicono, ma voi mi amate proprio perché le dico), sebbene non disdegni di essere amazzone mi piace sentire la forza “maschia”, mi piace il gioco di ruolo (purché non preveda il travestimento che è roba da impiegati del catasto e mi fa ridere); faccio sesso con passione, non amo i lunghi preliminari, semmai si gioca dopo, voglio arrivare in fretta al dunque; è sempre l’attrezzo a intrigarmi: la mia indole di Slave mi obbliga a godere del piacere dell’altro, anzi il mio godimento è soltanto lì.

ma fuori dal letto (o dal cesso, o dal sottoscala, o dal vicolo) non amo le tattiche, perché credo che in amore si vinca tutti. perché anche a scegliere l’uomo sbagliato ci vuole talento, e anche a ostinarsi nel volere uno che palesemente non ci vuole, forse, c’è del piacere. 

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menopausa

conosco cinquantenni che dopo la menopausa vivono storie d’amore e sesso che mai prima; che facendo sport e mangiando sano non ingrassano ma anzi e che se anche ingrassano stanno benissimo così, anche perché il magro rinsecchisce; donne che sono ciò che vanno predicando e quindi: non guardano con invidia le ventenni ma semmai con tenerezza e un po’ di compassione vista la strada che devono ancora fare; non prendono in considerazione i cinquantenni che vorrebbero farsi le ventenni, né in ventenni che vorrebbero farsi loro, fatali Milf, Cougar assatanate; trovano confortante l’idea che non camperanno più di trent’anni (bene che vada) perché già oggi trovano insopportabili certe novità e mode e modi; ringraziano ogni giorno di essere in vita e sane e con qualche ruga in più, un po’ di sottomento e tanto tanto da dire.

parlo di me? ma che siete matti? io non dichiaro mai la mia età.

tra pochi giorni in libreria Io e il Minotauro, il mio quarto romanzo

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sexting

un nuovo lettore mi domanda se abbia mai scritto di sexting, ossia l’invio di testi e immagini hot. ricordo il 2009, i primi anni su FB e Twitter, la novità assoluta di poter creare un profilo, di trovarsi, ritrovarsi e comunicare. fu grazie a FB che scrissi e pubblicai per una piccola casa editrice milanese Justine 2.0, romanzo per il quale mi fu anche riconosciuto un buon anticipo (ah, che tempi).

avevo appena divorziato, dentro di me non c’era un pieno di macerie nel vuoto che il suo “io” aveva lasciato. così, fotografarmi fu l’unico modo per ritrovarmi. passavo ore nel piccolo appartamento di via Merulana, l’unica casa abbia mai abitato da sola, a cercarmi negli specchi per ricostruirmi. mi ero dimenticata, avevo abbandonato tutto per lui, anche gli amici, gli amanti.

perciò era importante mostrarmi, essere e divenire qualcosa nelle opinioni altrui. quando pubblicai Justine 2.0, però, dovetti di nuovo negarmi, sostenendo in pubblico che quella non fossi io ma un personaggio altro. ma non importava. su carta avevo raccontato e ricordato, e mi bastò. misi via la macchina fotografica, peraltro rubata all’amante del mio ex come atto simbolico.

uomini e donne iniziarono a scrivermi. la mia seduzione passava attraverso le parole, la loro si manifestava attraverso immagini esplicite. ma come Lila, la bella polacca de “Gli aquiloni” di Romain Gary (Neri Pozza) anche io odio tutto quello che è definitivo. dal taglio dei capelli allo stile narrativo. e sarò sbagliata, ma il sexting mi venne a noia quasi subito. non puoi giudicare un uomo dal cazzo. forse, da un bacio.

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dal 10 febbraio in libreria il mio quarto romanzo Io e il Minotauro (GiaZira Scritture)

ma quanto è bello Carlo

stanotte, saranno state le quattro, sono stata svegliata dalla mia stessa voce, bella piena, che diceva: «Carlo è ancora bellissimo». mi riferivo a Carlo Cecchi, di cui sono innamorata da sempre. non ho mai lavorato con lui,  l’unica volta che mi chiamò per una sostituzione, credo fosse uno Shakespeare, ero sposata da un anno con il tizio che,  a suo dire per il mio bene,  mi aveva convinta a lasciare il teatro.

nel sogno finisco a casa di Carlo assieme a mia madre e a un gruppo di sconosciuti. è estate, siamo in centro, Parione, lui è tornato  dalle prove avvolto in un mantello nero. è affabile, chiacchiera, ci offre da bere. casa sua è stipata di mobili Art déco. sulla sottile scrivania, sotto un bel fermacarte bronzo e smalto vedo un bigliettino che gli scrissi a Napoli (nella realtà) mentre lui girava Morte di un matematico napoletano e io gli andavo dietro fin nei bagni: piccerella, mi diceva, ma tu ami gli amori impossibili? insomma, il bigliettino d’amore è lì, conservato come una reliquia.

ridiamo di questo e lui m’invita a sedere sulle sue ginocchia. parliamo fitto fitto finché mi rendo conto che è tardi e devo tornare a casa, mia madre effettivamente è stanca. si offre di accompagnarci, come non volesse separarsi da me (sospiro sonoro). scendiamo in strada e mi dice: so che sei diventata una scrittrice, Elenuccia, e ti piace? ti riempie di gioia? io nicchio, gli confesso che mi hanno inibita, che mi hanno infilata erroneamente tra le scrittrici erotiche benché i miei romanzi parlino anche di altro e soltanto perché sono una donna. allora lui si ferma, mi prende per le spalle e mi fa: ti piace l’erotismo? ti riempie di gioia raccontare le sozzure umane? e allora fallo, fottitene, urlagliele in faccia, elencagliele una per una una le loro perversioni. io piango in silenzio e lui mi abbraccia: non dargliela vinta a questi ipocriti, l’artista deve essere libero.

un suo amico si offre di accompagnarci a casa su una decappottabile azzurra anni ’70. Roma è deserta, la linea del giorno definisce le mura delle terme di Caracalla. io sono felice e dico: «Carlo è ancora bellissimo». mi sveglio. il Man no, ha il sonno pesante.

Tra pochi giorni, per GiaZira scritture uscirà Io e il Minotauro il mio quarto romanzo.

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